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sabato 20 agosto 2011

Perché il volontariato scolastico




LICEO SCIENTIFICO STATALE
“O.TEDONE”
70037 RUVO DI PUGLIA (BA)


PROGETTO “UN MONDO DI BENE”



L'idea di partenza da una assemblea di istituto



Nel marzo del 2007 il Dirigente Scolastico comunica l'avvio dell'iniziativa

Gli alunni del Liceo stanno lavorando ad un Progetto di solidarietà dal titolo “Un mondo di bene” che farà vivere loro un’esperienza indimenticabile di impegno sociale e di apertura alle diversità. Dai banchi di scuola alla vita reale, specie quella difficile della povertà e della mancanza di risorse materiali e tecniche. Protagonisti 20 ragazzi appena maggiorenni che impegneranno parte delle loro vacanze estive per recarsi in Africa, nello Zambia, a svolgere attività di sostegno alle popolazioni bisognose di aiuto ed assistenza. E’ il risultato di un progetto elaborato nel corso di un anno tra il Liceo Tedone ed il Nunzio Apostolico, Mons. Nicola Girasoli, ambasciatore del Vaticano nello Zambia e Malawi. L’idea ha preso corpo già nell’incontro dell’aprile 2006 tenutosi nell’auditorium del Liceo “Tedone” quando il neo ambasciatore parlò di alcune iniziative di solidarietà che si stavano svolgendo nelle nazioni che gli erano state da poco affidate quale nunzio apostolico. Il Dirigente Scolastico, alcuni docenti e gli alunni, pensarono di investire in questa iniziativa, come esperienza di coronamento dell’attività formativa che la scuola va svolgendo all’interno delle mura scolastiche e per il territorio. L’istituzione scolastica infatti opera già nel sociale, anche in considerazione della sua funzione di CRIT (Centro Risorse Interculturale Territoriale), e vuole pertanto favorire tutte le esperienze positive di crescita sociale e personale degli alunni. Siamo convinti in effetti che l’entusiasmo e la carica di umanità che i giovani custodiscono possano esplodere in maniera forte quando si fa esperienza di aiuto ai deboli ed ai bisognosi. Si superano così problemi di devianza, di bullismo, di dispersione e distrazione sociale e morale.


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mercoledì 10 agosto 2011

Incontrando l'Africa!


La settimana a Lusaka sta ormai volgendo al termine, e abbiamo partecipato alla maggior parte degli incontri previsti in programma. Lunedì pomeriggio infatti ci siamo recati al COMESA, mercato comune internazionale dell'Africa. Interessante è ciò che stanno provando a realizzare queste persone qui, l'influenza del modello occidentale, che però non sempre è quello migliore, e la crescita economica che l'Africa sta vivendo, anche cercando l'indipendenza dal denaro straniero abolendo le frontiere tra gli Stati africani, migliorando così il mercato interno, evitando il sorgere di conflitti e abbassando i costi delle merci locali. Martedì invece siamo andati all'Ambasciata d'Italia in Zambia. Incontro fondamentale per capire i meccanismi della vita diplomatica, cui più d'uno tra noi era interessato per le proprie scelte future e che tutti volevano conoscere. Interessanti le due ore della mattinata ben spese in questo incontro, che ci ha visti tutti coinvolti, nel fare domande e nell'ascoltare chi ci parlava. Oggi pomeriggio, infine, abbiamo incontrato Pablo Recalde, dirigente del WFP, programma mondiale sull'alimentazione dell'ONU. 


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lunedì 8 agosto 2011

Benvenuti a Lusaka!


Dopo qualche giorno di assenza dal blog, eccoci qui. Scrivo all'indomani dell'ultimo fine settimana africano, vissuto da "provetti Livingstone". Sabato mattina, qualche ora di viaggio per un fantastico safari acquatico. Su due barche che attraversano per un breve tratto il fiume Kafue poi lo Zambesi, tra il rumore del vento e l'odore dell'acqua ci godiamo lo spettacolo della natura, tra piante e animali. Non ci si stupisce mai troppo della bellezza di questi posti, quasi del tutto ancora incontaminata, se non per la presenza dei lodge, che comunque riescono a non disturbare troppo la natura. Domenica, invece, con le immagini di elefanti, ippopotami e coccodrilli ancora nella mente, siamo partiti alla volta del Kafue National Park. Safari iniziato alle tre e terminato poco dopo le sei, non siamo riusciti a vedere i leoni, ma abbiamo vissuto l'avventura di un elefante che aveva tutta l'intenzione di arrabbiarsi con noi!
Tornati a casa stanchi ma felici, ci prepariamo ora a questa settimana. Dedicheremo ai progetti solo la mattina, divisi tra il centro "Madre Teresa", l'orfanotrofio "Home of Joy" e l'ospedale "Kalingalinga". Dato il poco tempo a nostra disposizione, ci è stata data la possibilità di ruotare, cambiando progetti così da vedere diverse realtà. Altri momenti saranno invece dedicati a visite e incontri: oggi il Comesa, domani l'Ambasciata d'Italia, mercoledì l'Onu. Abbiamo inoltre chiesto di visitare il "Post", il maggior giornale d'opposizione zambiano, nonchè il giornale più venduto, e vi andremo in una delle mattine tra mercoledì e venerdì. Vi saranno anche due uscite appena programmate a due diversi parchi: uno per vedere i leoni, l'altra per "incontrare" ancora una volta i coccodrilli.
Anche se molti si portano nel cuore la nostalgia di Mazabuka, viviamo gli ultimi giorni qui cercando di cogliere tutti i volti dell'Africa, di vedere ciò che possiamo e di vivere bene anche questa settimana.


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giovedì 4 agosto 2011

Twa Wunka Mazabuka!

Ed eccoci dunque giunti a metà percorso,dopo aver lasciato Mazabuka abbiamo intrapreso la seconda tappa del nostro viaggio nella capitale dello Zambia, Lusaka.

Iniziamo ad assaporare nuove sensazioni, a respirare nuovi profumi, sicuramente più familiari che quasi ricordano la nostra terra.
E' come se stessimo guardando la seconda faccia di una moneta; una città che vuole stare al passo con il resto del mondo. Strade larghe e spaziose, fiancheggiate da centri commerciali e grattacieli che mascherano la triste realtà dei villaggi e dei compound.
Ricorderò invece Mazabuka come una realtà più semplice e quasi primitiva.
Strade sconnesse e polverose, piene di sassi che intralciano il percorso in cui i piedi sprofondano nel soffice terreno.
Nonostante lo standard di vita fosse completamente diverso dalla nostra quotidianità, fin da subito mi è sembrato di essere a casa, pur essendo a chilometri di distanza.
Suor Maria e le persone che abbiamo conosciuto a "City of Joy" sono una grande famiglia e già dall'inizio della nostra permanenza hanno aperto i loro cuori, pur non conoscendoci.
Ogni giorno si respirava aria di festa fra canti, giochi e balli tradizionali, ma sopratutto grazie ai sorrisi e agli sguardi dei bambini che riempivano le nostre giornate. Bambini energici e vivaci ma allo stesso tempo ricchi di valori e principi, ci hanno fatto vivere nuove emozioni. Per quanto possa sembrare una frase fatta è difficile trovare le parole giuste per descrivere quest'esperienza ormai giunta a termine.
Senza rimpianti e consapevole delle cose vissute, sono curiosa di scoprire cosa ci attende.

Buonanotte muzunghi!

Rosy, con la curiosità negli occhi...

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mercoledì 3 agosto 2011

La nostra famiglia

04 Agosto - ore 09:19


Siamo in viaggio per Lusaka, abbiamo lasciato le nostre amate bambine, i nostri splendidi amici. Ci aspetta una nuova casa, che non riesco ancora a sentire tale, prima dell'arrivo.
Tra noi si era creato qualcosa di speciale: l'abitudine. Eravamo diventati una famiglia e ci stavamo costruendo una nuova vita.
La solita sveglia dalla sinfonia stridula, il caffè caldo, quei visi pieni di sonno che si trascinavano per casa. Ogni mattina nei soliti posti, in cui non ci annoiavamo mai.
A pranzo tutti assieme attorno al tavolo, la fila per rubarsi il cibo caldo, la salsa per l'insalata e la piccole, gustose banane.
"Chi lava i piatti?"
"Io!"
"Io!"
"E io vado a dormire!"
I pomeriggi erano sempre momenti magici, tutti assieme coi bambini, quasi fossimo un unico corpo, un'unica energia che fluiva. Tra quei sorrisi puri, quelle risate, i canti, balli, corse, colori ... eri travolto dal loro ritmo. Come si fa a non sentirsi a CASA?
I tramonti. Il sole infuocato ingjiottito da questa terra bruna, bello, come nessuno di noi l'aveva mai visto prima. E poi, chiuso l'oratorio, uscivamo con gli animatori, senza una vera meta, senza un vero scopo. Passegiavamo assieme per le strade buie e irregolari di Mazabuka per finire poi stesi su un campo da calcio improvvisato a guardare le stelle. Così luminose da sembrare paurosamente vicine.



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lunedì 1 agosto 2011

Bambini e bambini...


Ciao come state? Io sto bene, spero voi stiate bene quanto me! La prima riflessione che nasce in queste giornate riguarda i bambini. I bambini italiani hanno le mani piene di oggetti ma il cuore vuoto di sentimenti e nei loro occhi non si legge la voglia di vivere. Nel momento in cui piangono ottengono tutto ciò che vogliono dai loro genitori, che non avendo tempo da dedicare loro e non chiedendo loro il reale motivo del loro malcontento, spengono ogni dialogo con regali inutili. Negli occhi dei bambini africani invece si legge la voglia di vivere, di conoscere, hanno il cuore pieno di amore e sentimenti autentici, pur non essendo pieni di oggetti vivono ogni momento, ogni risata...vivono la vita VERA, fatta di amore e amicizia. Credo che dovremmo dare ai nostri bambini quell'autenticità che si respira qui, fare in modo che loro vivano semplicemente il loro stato di essere bimbi senza abbuffarli di ogni oggetto inutile per il bene del loro spirito di iniziativa e voglia di vita, perchè non hanno bisogno di possedere tanti oggetti per amare davvero, ma solo di un cuore grande e di un animo libero dall'oppressiva cultura occidentale che sta annientando i veri sentimenti. Non sono filosofo, ma vivendo qui quello che ho scritto si è scolpito automaticamente nel mio cuore. Spero che ciò vi sia utile per crescere i vostri figli e i vostri fratellini.
Un abbraccio a tutti.


Francesco

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Labirinto di meraviglie


Lasciatemi scrivere qualche parola. Saranno spicciole sicuramente. Non potrebbero mai bastare. Ma almeno ci provo, provo a rendervi l'idea. Siamo stati due giorni fuori dalla nostra Mazabuka per inoltrarci nella fresca Livingstone. E' durante il viaggio che provavamo ad immaginare la bellezza infinita delle cascate Victoria, ma mai avremmo potuto pensare di ritrovarci d'avanti a gettate d'acqua gelida così furiose e spettacolari. Era da viverle. Era da esserci. Pura magia.. Ci siamo trovati ad attraversare lunghi ruscelli, alti arcobaleni e ripidi percorsi. Qualcosa di incredibile. E io che qualche giorno prima di partire, avrei voluto fare un gran passo indietro così da restare nella vostra scura Ruvo. Dopo essere andati via fradici fino alle ossa, siamo stati circondati da chi urlava, da una bancarella all'altra, con la foga di venderci qualcosa di loro. Immersi in un labirinto di manufatti in legno. Il secondo giorno abbiamo potuto rivedere le cascate, ma da una prospettiva diversa. Quella di un maestoso, alto baobab, da cui lo stesso Livingstone le avvistò. Da qui ci siamo poi avviati verso la ricchezza africana. E' strano. Avevo sempre immaginato un'Africa povera. Troppo povera da recuperare e invece... non è poi così. Non so che politica possa esserci, nè che condizioni ma, è un'assurda contraddizione il vedere ricchezza e povertà fuse. Un uomo in giacca e camicia. Scarpe lucide. Firme. Che vive tranquillamente e indifferentemente vicino ad un povero venditore di frutta, gettato e assonnato sotto l'arco di un portone. Su scale scure. Tra strade sporche. Vorrei poter fermare ciò, non cambiare. Perchè credo che la mentalità occidentale non debba influire su questo mondo. Fermare. E osservare. Registrare. Rendersene conto. E ora ritorno alla mia bella vita africana. Passo e chiudo.


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