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sabato 30 luglio 2011

Vivere il territorio.

Lo Zambia è un mondo, da scoprire e da vivere. Il cuore aperto alle esperienze del mondo e della vita, le mani piene di terra rossa, la voglia di scoprire un nuovo modo di vivere e vedere la vita, di amare, di concepire il tempo e le esperienze in maniera essenziale. Ci dedichiamo anche ai nostri giorni da turisti così, curiosi e pieni di voglia di vedere e scoprire. Sabato mattina partiamo alla volta della multinazionale "Zambia sugar", produttrice di zucchero che stupisce prima di tutto per l'estensione (ci sono canne da zucchero in campi grandi circa 120 chilometri quadrati). La prima riflessione nasce sui due volti di questo posto, che si nota spesso qui. C'è un villaggio a due passi da quella multinazionale, dove ci accolgono col sorriso e la curiosità di sempre, mentre i bambini da subito giocano con noi. E' incredibile il contrasto tra i guadagni di quella multinazionale e le case di quel villaggio. La pace dei sensi si raggiunge al ritorno. Parte posteriore del pick up, lanciato da suor Maria sulle strade ricoperte di melassa, il vento, il sole e un cielo la cui bellezza entra nel cuore. Un odore che entra nelle narici e che ci portiamo dietro, e una canna da zucchero in bocca. 



Torniamo a casa con quell'odore e una voglia di scoprire ancora più forte di prima. Domenica mattina la giornata inizia con la messa. La prima parola che viene in mente è Gioia. C'è gioia nella fede, in questo posto, nei canti ma anche nelle preghiere, ed è qualcosa che dovremmo imparare. In chiesa si respira quella gioia e un senso di comunità che noi non siamo più in grado di vivere. Abbiamo bisogno di quel senso di comunità che ha il suono delle parole del parroco e che stupisce ancora un po'. Terminata una messa che emoziona anche i non credenti e i non cattolici, partiamo alla volta di Chikundi. Incontriamo Claudia, un medico italiano dal carattere straordinario e dalla forza incredibile. In sei anni ha reso realtà il sogno di una clinica tutta italiana, che lascia senza parole. Non ci si crede, a vederla lì dov'è. Quella donna diviene maestra di vita, per la sua forza, per la voglia di continuare a inseguire i suoi sogni nonostante la stanchezza, perchè continua a lottare, non si arrende nonostante le mille difficoltà. Torniamo a casa con la forza di quella donna nel cuore, e coi colori del sole che tramontava dietro i baobab negli occhi, la voglia di continuare a vivere questo posto, in ogni attimo. La scoperta del territorio continua martedì, tra le miniere di rame e il lago Kariba, uno dei più grandi laghi artificiali del mondo. Hanno costruito una centrale idroelettrica, e un'altra è in costruzione. I guadagni però non sono degli zambiani, ma dei cinesi, che vengono visti come benefattori dalle persone del posto, ma in realtà si stanno prendendo tutto senza dare niente, senza che ci sia qualcuno a fermarli. E fa rabbia sapere che c'è qualcuno che guadagna, costruendo strade che dopo poco tempo divengono quasi impraticabili, dissestate e per nulla sicure. Ogni pensiero però viene spazzato via una volta tornati a casa, dove troviamo le bambine ad aspettarci con un sorriso stupendo, in quel momento più che mai per la "festa di goodbye" a Onofrio. Respiriamo la loro felicità, viviamo i momenti felici che sono i migliori della giornata, per loro come per noi. Perchè, in fondo, dopo tutti gli spettacoli della natura, quello più bello è il sorriso di queste bambine a sera.




Olga, con la felicità di avere quel sorriso nel cuore...