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mercoledì 4 agosto 2010

La parola al professor Casarola

10 giorni d’Africa si sentono addosso



Sono solo 11 giorni ma pesano molto di più… il tempo è diluito, i minuti durano tanto di più, a quello che gli occhi vedono si aggiungono le idee che la testa elabora e il tempo si ferma, si allunga, si moltiplica l’attimo. La realtà interpella tutti i nostri sensi, non ce n’è uno escluso. Puzza di piscio per strada o coccodrillo arrosto. Nel compound dove siamo stati oggi, si chiama garden perché era il giardino della tenuta dei bianchi che abitavano la grande villa lì vicino e quando questi sono andati via sono arrivati i poveri dalla campagna ed hanno occupato, ci sono due laghi artificiali grandi e quando arrivi da lontano pensi che siano belli, ma da vicino ti accorgi che è tutta fogna a cielo aperto, una gogna per il tuo naso. Sono divisi da un nastro di terra di un metro largo, e lì i bambini corrono, giocano, passeggiano, vanno e tornano da scuola. Di tanto in tanto qualcuno viene lasciato cadere in uno dei due laghi, dopo qualche giorno il suo corpo riaffiora…


Che strani posti i compounds.

Povertà e miseria vanno a braccetto con voglia di riscatto e progetti per riuscire a vivere una vita “normale”. Molte donne finiscono all’ospedale. Picchiate dai propri mariti, malridotte.







I progetti delle suore nei compounds si rivolgono alle donne e ai bambini, i più deboli. Le donne hanno tanti figli 8, 10, 11, qualcuna addirittura 14, sembra di tornare tra le famiglie contadine dell’Italia degli inizi del secolo scorso, i figli sono la ricchezza della famiglia, e la pensione per i genitori, quando sopravvivono, i figli. In genere ci dicono, le donne, che 2, 3, 4, 5 figli sono andati, morti. Gli altri forse saranno il pane per la loro vecchiaia. Sorridono. Si muore di malaria nei compounds, in un giorno, o si muore di colera, l’aids viene dopo, ci sono gli antiretrovirali e gli affari delle case farmaceutiche che permettono agli ammalati di vivere di più, malaria e colera non fanno guadagnare tanto, la gente muore, maggiormente i bambini, quando si presentano i primi sintomi si aspetta, forse troppo, e quando ci si decide, all’ospedale c’è grande ressa. Ma i figli sono anche il simbolo della virilità dell’uomo e guai a dirgli di volerne di meno, la soluzione è semplice, vanno e prendono un’altra donna. Il matrimonio è un contratto. I genitori dello sposo vanno a casa della sposa e chiedono che il proprio figlio possa sposare la ragazza, offrono una coppa con dei soldi, o delle mucche, se l’affare è fatto la coppa resta a casa della sposa altrimenti torna indietro. Sin da giovani, in tutte le tribù, le donne sono preparate al matrimonio, all’obbedienza all’uomo, esiste quello innanzitutto.



Gli uomini sono uomini e bevono tanto, i figli imparano dai papà, o dagli zii, i bar nei compounds sono aperti dall’alba al tramonto, così che alle 9 del mattino c’è già gente ubriaca. Una bambina di poco più di due anni giocava con un coltellaccio a punta da 25 cm di lama, la suora ha prontamente avvisato la mamma, che accorsa le ha tolto il coltello e lo ha poggiato sul tavolo accanto…
Di tanto in tanto si scorgono alberi di papaia, ottima… Ma non la mangiano perché non sanno che è commestibile, nessuno glielo ha detto. Le suore insegnano loro a cucinare, in modo corretto e variegato, perché altrimenti mangiano solo nshima, pollo fritto, patate fritte e verdura, fritta. Con lo stesso olio.
Natura selvaggia e lussuriosa, animali liberi e belli, paesaggi mozzafiato.



Tanta acqua, ma senza elettricità, il governo non vuole portare l’elettricità nelle case perché ciò significherebbe “condonare” le costruzioni all’interno dei compounds che sono quasi tutte abusive, non c’è nemmeno l’acqua, in genere arriva un’ora al giorno.


Il contatore della luce è ricaricabile con una scheda, quando si scarica si resta senza, come da noi il telefono cellulare. Il copperbelt, la zona da cui si estrae la più grande quantità di rame al mondo, grandi auto, la benzina e il diesel costano quanto in Italia, lo stipendio medio di un impiegato statale è 800.000K, un euro vale 6.500K, fate voi i conti. Le case a Lusaka costano 1000$ for rent, in affitto, l’acquisto anche 300.000$ o di più, la gente vive nei compounds anche quando lavora perché non ce la fa a pagare l’affitto.



Come fare a mediare tutto questo con la nostra vita? Con il nostro benessere? Con i nostri sprechi? Con le nostre diete?
La colpa è dei colonizzatori? Dei politici? Della gente? Della tradizione? Della cultura? Del nord che schiaccia il sud?
I loro sorrisi e la nostra ottusità?
I nostri giudizi? Entrando in un’altra cultura bisogna togliersi i calzari, insegnava un proverbio, e camminare in punta di piedi!!!
Chi lo sa dire… siamo qua per capirlo… sulla lama di un coltello che carezza il cuore…





Francesco Casarola




Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.
Gianni Rodari