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sabato 4 luglio 2009

La Nunziatura apostolica


La Nunziatura apostolica rappresenta il vero sostegno morale e materiale del Progetto.



Sin dal primo momento il Progetto ha trovato grande impulso e sostegno nell'assistenza continua di Mons. Nicola Girasoli, nunzio apostolico in Zambia e Malawi, che ha reso possibile definire i termini della missione, fornire gli aiuti necessari sul piano delle relazioni in loco e della organizzazione delle attività, risolvere i problemi di accoglienza ed assistenza nei luoghi di intervento.

Grande disponibilità, oltre a grandissima competenza, hanno rassicurato alunni e genitori per una permanenza da preparare con la dovuta serietà e cautela. I risultati sono stati di grandissimo rilievo e di alto valore formativo. Ci siamo sentiti accolti e sostenuti in ogni momento dalla grande umanità e sensibilità del nostro Nunzio. Grazie di cuore.


Di seguito riportiamo uno dei tanti documenti che la nunziatura ha voluto rilasciarci.

Dalla Nunziatura Apostolica
Lusaka - Zambia


5 Ottobre 2008

Caro Prof. Biagio, carissimi giovani che siete stati in Zambia e cari alunni.
Un cordiale saluto da Lusaka sull’onda lunga che ormai unisce questa terra d’Africa con il vostro Liceo.
Quest’anno il Progetto “Un Mondo di Bene” ha ricevuto un arricchimento particolare, perché vissuto in una realtá periferica, nella Cittá di Mazabuka, dove opera Sr. Maria Mazzone. Inoltre, nel suo insieme, é stato piú aderente alla societá zambiana, nel senso che la maggior parte dei partecipanti hanno avuto un contatto diretto e sistematico con i giovani e le famiglie del luogo.
Desidero esprimere un profondo ringraziamento a coloro che sono venuti in Zambia. I vostri sacrifici e le rinuncie hanno messo in risalto l’impronta e la formazione alla solidarietá che sono proprie del vostro Liceo e che voi cari giovani avete espresso al meglio, raccogliendo anche i sentimenti di tanti vostri amici di scuola che non sono potuti venire a Lusaka.
Sono convinto che il soggiorno in Zambia é un’ esperienza che resterá per sempre impressa nel vostro cuore e vi aiuterá a distinguere e ad ancorarvi alle cose esseziali, lasciando da parte quelle superflue.
Tra qualche mese sará pronta a Mazabuka la “Casa Ruvo” voluta da Sr. Maria Mazzone, nel progetto della City of Hope di Mazabuka, per ospitare in modo piú stabile e regolare i volontari che da Ruvo si recheranno in Zambia. Posso assicurarvi che i lavori sono giá avanti e la generosa donazione ricevuta consentirá di terminarla entro marzo 2009.
Pertanto dal prossimo anno i ruvesi in Zambia si sentiranno “a casa loro”.
Ovviamente la Nunziatura, almeno fino a quando i miei Superiori mi lasceranno a Lusaka, sará sempre pronta con le braccia spalancate per ogni tipo di supporto ed accoglienza.
Un saluto ed un abbraccio a tutti
.

+ Don Nicola, Nunzio Apostolico

Da “LUCE E VITA giovani” 63 – n. 30 del 27 settembre 2009
AVERVI QUI E' SEGNO DELL'ESISTENZA DI DIO

Quando intraprendi un'esperienza di volontariato per la prima volta, ti senti abbastanza carico da pensare, anche in maniera presuntuosa, di poter andare lì ed essere almeno in piccola parte necessario alla loro vita.
Partendo per al seconda volta, invece, diventi decisamente più critico con te stesso; ormai hai perso l'entusiasmo della prima volta, che non ti fa pensare ma ti incoraggia ad agire e nient'altro, e che ti accompagna dal momento in cui sali su quell'aereo a quello in cui devi abbandonare la terra rossa africana per non sai quanto tempo; e cominci a porti delle domande che spero siano lecite, ti chiedi se la tua presenza lì per un mese possa cambiare qualcosa, possa essere utile alla loro esistenza.
Spesso ho avuto delle titubanze, a volte ho anche temuto nel dare la risposta, perché ho capito che non sarebbe stata ovvia, sebbene per ben due volte ho accettato di vivere l'Africa , in particolare lo Zambia. Ma non posso nascondervi che quando si è lì tutte le certezze con cui si parte – sempre se ci sono – cadono, come cade un castello di mattoncini quando viene rimosso quello sbagliato.
Il mattoncino sbagliato potrebbe essere quell'ospedale sporco, carente del necessario per eseguire una semplice medicazione ad un bambino ferito o ustionato, privo degli utensili per mettere alla luce un bimbo, mancante dell'igiene sufficiente per garantire a quell'uomo operato di non avere ulteriori complicazioni, in cui l'unica cosa a cui pensi entrando è : “Ma a cosa posso mai servire qui dentro”?
Il mattoncino sbagliato potrebbe essere la bambina morta dopo una sola settimana di vita, perché la madre si è affidata alle “mani” di uno stregone per curare i suoi gravi problemi respiratori avuti alla nascita.
Il mattoncino sbagliato potrebbe essere la dimora di un giovane di 23 anni e del suo amico di 21 che fa il panettiere e paga 150.000 K (70 €), la metà del proprio stipendio, per due sole stanze, senza bagno, con il minimo indispensabile per condurre una vita non proprio dignitosa.
Poi, dalla bocca di chi non te lo saresti mai aspettato, di chi lotta ogni giorno tra la vita e la morte ecco la risposta alla mia domanda, che tradotta dall'inglese all'italiano è: “La vostra presenza qui è segno dell'esistenza di Dio”. E' segno di un Dio che non li abbandona, che lotta quotidianamente con loro, che dà conforto, coraggio per vivere anche solo un giorno in più. Con questo non voglio asserire che il nostro operato in Zambia sia stato sola presenza, abbiamo anche lasciato dei segni concreti, sicuramente piccoli per una terra così grande, del nostro passaggio: il volontariato non è solo un sorriso, non è solo una mano tesa, perché per cambiare l'Africa ci vuole molto più di questo. Ma sono convinta che qualunque nostro gesto, per quanto piccolo possa essere, ovunque venga compiuto ha sempre uno scopo, anche se talvolta può risultare troppo nascosto per essere visibile ai nostri occhi.
Giusy Tatulli